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Servigliano domenica si giostra, musici il triplete è servito; alfieri che sorpresa! Taverne e giochi storici c’è solo Navarra.

Una settimana da gustare, basterebbe solo questo per descrivere l’evento che manda Servigliano in fermento; “Il torneo cavalleresco” una realtà seconda a nessuna in regione e probabilmente poco sotto Foligno a livello nazionale. Quattro contrade (prima si chiamavano rioni ed infatti i serviglianesi tendono ad usare ancora il nome rione) che si giocano in una settimana i vari titoli delle specialità.

Porta Marina,
Porta Navarra,
Porta Santo Spirito,
Paese Vecchio.

Qui il cartellone degli eventi conclusivi di questi ultimi giorni e un riepilogo degli spettacoli che si sono già effettuati.

Qui il cartellone degli eventi conclusivi di questi ultimi giorni e un riepilogo degli spettacoli che si sono già effettuati.

Domenica si chiuderà una lunga e divertente edizione del torneo cavalleresco, il tutto avrà inizio alle ore 15.30 con il corteo storico che partendo dal centro città sfilerà per accompagnare cavalieri e dame presso il campo di gioco dove alle 17.00 prenderà via la giostra dell’anello dove i quattro cavalieri dei rioni e il quanto cavaliere che rappresenta il comune si contenderanno il palio. Una pista ad otto lunga 880 metri, delimitata da più di 450 bandierine, questo lo scenario dove Paese Vecchio si ripresenta da campione in carica con ancora Massimo Gubbini in sella, una vittoria storica che è arrivata ben dodici anni dopo l’ultima vittoria. A contendergli il palio ci saranno Luca Innocenzi cavaliere di Santo Spirtio, capace di vincere il palio per quattro anni consecutivi prima di lasciare proprio a Gubbini lo scettro, oltre loro due ci saranno Daniele Scarponi per Porta Marina, Matteo Martelli per Porta Navarra (unico esordiente a Servigliano) e ci sarà poi a rappresentare il comune, come cavaliere storico, Cristian Cordari.
Ma come si arriva a questo palio? Ci si arriva con le gare di specialità che per tutta la settimana hanno animato la rassegna del torneo cavalleresco. Sfida fra i musici dei rioni, fra gli alfieri, fra le taverne e con i giochi storici. Insomma per chi come me abita a P.S.Elpidio e nel paese è l’unico rimasto ad avere un palio, quello della corva, dopo la morte del palio del mare è sorprendente e piacevolissimo vedere un’intera città vestita a festa ed in continua sfida, un’appartenenza e una partecipazione che lascia senza parole. Liberi di scegliere il proprio rione per quello che ti trasmette e non per la collocazione geografica (residenti in Porta Navarra che suonano, giocano o semplicemente tifano Santo Spirito o viceversa). Tutte le sere per le vie della città con in dosso i colori della propria contrada.
Gare sentite al punto tale da andare in ritiro prima delle gare.

I musici si Santo Spirito in ritiro il giorno della gara.

I musici si Santo Spirito in ritiro il giorno della gara.

Così ecco che con Santo Spirito che si aggiudica il triplete nella gara dei musici (terza vittoria consecutiva) e a sorpresa vince anche la gara a squadre degli alfieri, quella a coppia è andata a Paese Vecchio, gli sfottò e le rivalità si accendono molto prima della giostra. Se Porta Santo Spirito (il rione più titolato) si aggiudica la sfida dei musici e degli alfieri

Gli Alfieri di Santo Spirito dopo la vittoria.

Gli Alfieri di Santo Spirito dopo la vittoria.

La sfida delle taverne (durante tutto il periodo del torneo cavalleresco, in piazza ogni sera i quattro rioni si organizzano in taverne, veri e propri ristoranti all’aperto dove è possibile cenare, per chi li ha assaggiati tutti come me vi consiglio Paese Vecchio e Porta Navarra) e giochi fra rioni, praticamente sarebbe il nostro palio alla corva, sono stati vinti da Porta Navarra.

tportanavarra

 

Ecco che così facendo si arriva a domenica dopo una settimana di sfide, di giochi, di spettacoli e di festa dove chi non è serviglianese può comunque scegliersi il simbolo ed il rione che preferisce (per me oramai c’è solo il grifone), tifando, giocando e sentendo ancor di più la mancanza del Palio del mare.
Insomma S.Spirito si prende Musici e Alfieri a squadra, Paese Vecchio gli Alfieri a coppia, Navarra le taverne e i giochi rionali a questo punto a Porta Marina non resta che la giostra, ma ce la farà? Ci vediamo tutti domenica per saperlo.

 

Maikol Di Stefano.


Cavalcata dell’Assunta, storia e tradizione.

Le bandiere sventolanti in ogni parte della città e il caldo afoso di metà Agosto ci rammentano che l’estate volge oramai verso la sua fine e che anche quest’anno è arrivato il periodo del Palio dell’Assunta. Potrà sembrare strano ma quello della città di Fermo è considerato il Palio più antico d’Italia. Infatti fonti storiche testimoniano che sin dal 998 d.C si svolgesse nella cittadina la “Cavalcata dell’Assunta”. Avveniva cioè una processione religiosa che partiva dalla chiesa di Santa Lucia per arrivare alla Cattedrale dedicata proprio a “Maria Vergine Assunta”.

I tamburini durante un esibizione nella cavalcata dell'assunta di Fermo.

I tamburini durante un esibizione nella cavalcata dell’assunta di Fermo.

Soltanto successivamente a tale processione fu dato il nome di “Cavalcata”. A questa partecipava la nobiltà cittadina, le magistrature della città, ma anche le rispettive rappresentanze di arti e mestieri. A chiudere tale processione erano i vicari dei castelli in sella ai loro cavalli. Tuttavia, il primo documento che parla dell’obbligo di offrire un Palio da parte dei castelli risale al 1182; in quel periodo erano (Monterubbiano, Montotto e Cuccurè). Fra l’altro negli statuti comunali del 1200-1300 vi erano le norme per lo svoglimento della manifestazione che continuò la sua tradizione fino al 1808, anno in cui fu abolita da Napoleone. Inoltre, ripristinata dopo il congresso di Vienna, si concluse definitivamente nel 1860 con l’arrivo dei piemontesi.Tuttavia nel 1982 il sindaco Fabrizio Emiliano, su proposta dell’ allora assessore Fabio Maggiori recuperò l’iniziativa che da quell’anno , ancora oggi si svolge nella città. Oggi le contrade che partecipano al Palio sono dieci, ognuna con la propria bandiera e con la propria storia: San Martino( bianco,nero) prende il nome dall’antichissima chiesa della parrocchia di San Martino, che era situata tra l’odierno palazzo arcivescovile e quello dei priori.Era questa la contrada del centro cittadino, dei gruppi più influenti o “boni homines”.

cavalcata

La contrada di Pila (bianco,blu) era considerata la seconda contrada fermana e nel suo territorio erano situati i palazzi delle più influenti famiglie della città;fu la contrada che vinse per prima l’ edizione moderna del palio nel 1982. Fiorenza(bianco,viola) è una delle sei contrade storiche della città numerata anticamente con il numero III ancora oggi visibile nel numero civico degli edifici nel centro storico. San Bartolomeo(rosso,nero) sorge nei pressi della chiesa omonima ed è tagliata oggi dalla via del Corso;con 6 vittorie risulta essere la contrada più vincente del Palio. La contrada Castello(giallo,blu) è stata la prima a svilupparsi attorno al XIII secolo ed era localizzata nel punto più alto e arroccato della città. Campolege (oro,viola) si lega alla storia fermana come colonia romana; il suo nome deriva infatti da “campus legioni” dell’epoca Augustea. Capodarco (bianco,rosso) risulta essere la contrada più estesa. Era questa una zona religiosa della città in cui nel XVI secolo si tenne un capitolo dei frati di San Francesco dell’Eremo, oggi si estende anche a Lido di Fermo. Vi è poi Torre di Palme(giallo,verde) che rappresenta la contrada di mare, pur essendo la contrada fisicamente più lontana dalla città è anche la più antica. Campiglione(giallo,nero) è situata nella parte est della città sulla sponda del fiume Tenna. Infine Molini Girola ( verde,azzurro)la quale è situata nella zona bagnata dal fiume Tenna. Qui i suoi abitanti originari scavarono numerosi canali e costruirono mulini, oggi simbolo della contrada stessa. Dopo otto secoli la solare cavalcata ripete la fama di un tempo, riproponendosi cosi’ come la festa della storia,per rivivere la magnificenza del fermano e la nobiltà delle sue genti.

 

Leonardo Tosoni